passato imperfetto

“La prossima partita si gioca in Ucraina. Per Putin quello non è nemmeno uno Stato, ma un insieme di territori eterogenei di cui alcuni a suo tempo ceduti da Mosca in prestito con diritto di riscatto. A cominciare dalla strategica Crimea, non meno russofila di Abkhazia e Ossezia del Sud, offerta in comodato nel 1954 da Krusciov all’Ucraina sovietica. Se Kiev vorrà entrare nella Nato [o nell’UE], ha lasciato intendere Putin durante l’ultimo vertice atlantico, lo farà senza le sue regioni “russe”.

Un breve estratto da un interessante articolo di analisi delle notizie internazionali di oggi, 27 agosto 2008.

Già, il viaggio nel tempo è una realtà, in politica. Il guaio è che quasi sempre si tratta di un brusco ritorno al passato. Che poi non è mai stato realmente tale, semmai un presente intermittente.

La Russia è il più grande Paese del mondo, per tradizione tende a ricondurre gli Stati vicini e neutrali alla propria influenza, realizzando di fatto un’occupazione che può assumere forme diverse. […] Soccombere alla politica dell’appeasement e delle concessioni, nel segno di un presunto pacifismo, che in realtà è solo incapacità di denunciare e arginare il male, è uno dei pericoli maggiori che corre oggi l’Occidente.” 

Parole attualissime, di un Grande della Storia.

Corriere della Sera, 22 novembre 2008. Intervista a Vaclav Havel.

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