hungry hearts

In tempi in cui il macromondo in cui viviamo si avvilluppa nel pasticcio che ha come ingredienti crisi economica, instabilità politica e ipertensione militare (tout se tient) senza che i cuochi si rendano conto che le dosi sono ormai ben oltre il “quanto basta”, non resta a volte che rifugiarsi a  fare “decompressione” nel proprio personale micromondo di persone e affetti. Un “mondo piccolo” che, seppur scosso nelle proprie certezze per i motivi di cui sopra, riesce ancora ad essere un atollo di serenità, irrinunciabile. E la diversità tra i due “mondi” è ancora più marcata in termini di velocità: tanto sfrenato il primo (in più è assai dubbia l’abilità del macchinista) quanto calmo e rasserenante/rassicurante il secondo che, col suo ritmo ancora umano, ci consente ogni tanto gradite deviazioni, riportandoci volti da cui il macromondo, correndo come suo solito all’impazzata, ci aveva fatto allontanare, inseguendo ognuno la propria, imprevedibile traiettoria. Eppure (r)esistono “soste ancora umane” in cui ritrovarci e ristorarci, dei ricordi passati e delle speranze future, scoprendoci ancora una volta, pur tanto cambiati, così simili – come al tempo in cui l’orizzonte comune non spaziava molto oltre quello, panoramico, della finestra dell’aula affacciata sul torrente della piccola città.

Il mondo esiste… Uno stupore arresta
il cuore che ai vaganti incubi cede,
messaggeri del vespero: e non crede
che gli uomini affamati hanno una festa.

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Una risposta a hungry hearts

  1. g. ha detto:

    gran bel post.
    con l’Augurio che l’Amicizia mantenga saldi i suoi fili in barba al caos circostante sempre meno dotato d’un senso apprezzabile.
    g.

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